Poggio al Tesoro - 10 Years / 2002 - 2012

22 Atto I / Poggio al Tesoro si presenta 23 Atto I / Poggio al Tesoro si presenta Quante volte ci è capitato di pensare e ripensare alla prima volta. Alla prima volta di tutte le esperienze che hanno contato nella nostra vita. Mi capita spesso di pensare al passato, ma non solo adesso che sono “cresciuto”; ricordo che lo facevo anche da giovane, non per trarre conclusioni né tantomeno bilanci, quanto piuttosto per ricostruire permanentemente il percorso fatto e verificare che ogni tassello sia sempre al posto giusto. La prima volta che ho sentito dire di Bolgheri, Giosuè Carducci a parte, fu dalle parole di Piermario Meletti Cavallari, ovvero il primo vero oste che abbia conosciuto; il mio primo e vero maestro in campo di vino. Proveniva dal mondo dell’impresa, del marketing e della comunicazione, ma la passione per il vino lo spinse ad aprire a Bergamo Alta la prima moderna enoteca/osteria: “Vino Buono” recitava l’insegna che s’era fatto affrescare dal Geremia, pagandolo a suon di calicetti. Nel 1977 chiuse bottega e disse che sarebbe andato in Toscana a produrre vino; disse che aveva trovato casa a Bolgheri, un posto bellissimo vicino al mare, dove un marchese che allevava cavalli da poco produceva un vino molto buono che si chiamava Sassicaia. Era certo che sarebbe diventato famoso, quel vino, e promise che lo sarebbe diventato anche il suo vino, il Grattamacco. Non si sbagliò. A quei tempi solo Veronelli conosceva Bolgheri ed il Sassicaia; io, squattrinato com’ero, dovetti aspettare gli anni Ottanta per berne una bottiglia con gli amici. La prima volta che ho sentito dire degli Allegrini e dei loro vini di Valpolicella ero già al Seminario veronelli con Francesco Arrigoni. Una mattina, ore 9 in punto, degustazione alla cieca di Amarone della Valpolicella; una ventina di campioni, forse più, di diverse annate. Due su tutti svettarono, diversissimi e quasi opposti: Quintarelli e Allegrini. Il primo tutto dolcezza di confettura, fiori sfatti e macerati dallo stile evolutivo e decadente; il secondo concentrato e maturo il frutto, la viola mammola e i canditi, le spezie dolci e la liquirizia, rigoroso ed integro il suo stile. Ma come si fa a sceglierne uno solo quando sono così buoni entrambi, seppur per ragioni contrastanti? Semplice: mi innamorai di entrambi! Ancora oggi, dopo che gli uni e gli altri hanno fatto scuola alla Valpolicella intera, lo “stile Allegrini” mi è sempre perfettamente riconoscibile, Poggio al Tesoro si presenta il successo Atto I Scena III Pagina a destra: Le piante di ulivo, parte integrante del territorio bolgherese Pagine successive: Il Cabernet Franc di Dedicato a Walter (impianto del 1994)

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