Poggio al Tesoro - 10 Years / 2002 - 2012

70 Atto II / Poggio al Tesoro, la natura e gli elementi 71 Atto II / Poggio al Tesoro, la natura e gli elementi In particolare i giorni piovosi all’anno sono solo un’ottantina di cui 35, pochissimi, nel semestre estivo; semestre che comprende anche una discreta piovosità primaverile, perché se ci limitassimo ai soli tre mesi effettivamente estivi non si arriverebbe a 100 millimetri di pioggia. La maggior parte delle perturbazioni estive che si formano al largo di questo Mar Tirreno, non trovando ostacoli rilevanti, scorrono rapidamente sopra il cielo di Bolgheri e vanno a scaricarsi nell’entroterra toscano. Questi pochi dati ci dicono che con così pochi giorni di nubi si ha una maggior lucentezza e che questa poca pioggia, in virtù dei suoli prevalentemente sabbiosi, penetra rapidamente in profondità senza subire le evaporazioni dei giorni successivi alle piogge; fenomeno che interessa soprattutto gli strati più superficiali del terreno, perché quelli profondi sanno conservare quasi integralmente le risorse idriche accumulate. Ne cade poca di pioggia, ma sarà tutta a disposizione delle viti quando ne avranno bisogno, perché le loro radici in questi terreni penetrano molto facilmente in profondità. La tanta acqua del mare influenza e governa la poca acqua che cade sulla terra, perpetuando favorevolmente il ruolo di Nesti sui vini di Bolgheri. Ma il mare e l’acqua sono capaci di inumidire anche l’aria facendola muovere in continuazione e in ogni direzione. Pagine precedenti: Il Cabernet Sauvignon del 2004, secondo anno di impianto Pagine successive: L’oasi di Bolgheri

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