Poggio al Tesoro - 10 Years / 2002 - 2012

106 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne 107 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne Pagina a sinistra: La cantina di Poggio al Tesoro fondamentale perché tutti comprendano a cosa porta il loro lavoro, a quali risultati consente di arrivare: è essenziale che ciascuno abbia consapevolezza del significato del proprio apporto sulla qualità finale dei prodotti; è il modo migliore per dare soddisfazione, importanza, senso di identità e di appartenenza ad ogni collaboratore». Su quelli che sono gli obiettivi e le specificità di Poggio al Tesoro, infine, Marrico, Nicola e Franco si esprimono praticamente all’unisono: «Il fatto che la proprietà sia lontana è uno stimolo importante, perché ci lascia spazio e ci dà fiducia, ma è anche un elemento che ci ha fortemente responsabilizzato, quasi senza che ce ne accorgessimo. I contatti con Marilisa e Franco sono, naturalmente, continui e le decisioni principali, strategiche, le linee guida fondamentali vengono da loro, però il fatto che gli Allegrini non siano costantemente presenti a Bolgheri non ci dà la certezza che le scelte quotidiane e di dettaglio siano da loro condivise. Questo ha qualche risvolto negativo, ma altrettante ricadute positive; per esempio ha in qualche modo reso più stretto, profondo e paritario il rapporto tra noi che lavoriamo a Poggio al Tesoro. Siamo del resto consapevoli di operare in un contesto vitivinicolo privilegiato, ma siamo ancor più coscienti della responsabilità e delle aspettative che questo comporta. Bolgheri è un mito, fondato sul prestigio del luogo e dei nomi che ci circondano e con i quali ci confrontiamo direttamente. Allegrini non può accontentarsi della mediocrità in nessuno dei territori dove è presente, ma deve necessariamente ambire a rientrare nella ristretta élite dell’eccellenza. Gli uomini e le donne di Poggio al Tesoro devono avere sempre questo obiettivo come riferimento e devono essere orgogliosi della loro azienda. Ecco perché, sebbene siamo convinti di aver svolto finora un buon lavoro, non possiamo e non dobbiamo mai considerarci arrivati».

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