Poggio al Tesoro - 10 Years / 2002 - 2012

88 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne 89 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne Un fascino seducente, dunque, quello di Bolgheri per gli Allegrini, come ben traspare dalle parole di Caterina, giovanissima figlia di Marilisa, che, ancora bambina, accompagnò nel 2001 la madre e lo zio Walter in una delle tante sortite in terra maremmana: «Partimmo all’alba e, quando arrivammo a Bolgheri, vidi gli occhi di mia madre e di mio zio emozionarsi osservando quei terreni splendidi e immensi. Lo zio Walter era assorto, osservava ogni cosa e sembrava pensare: “Ecco, il mio sogno si è realizzato”. Vagammo tra le terre di Bolgheri per qualche ora, affascinati da quelle imponenti colline, dal profumo del mare, dai vigneti sconfinati. Andammo fino a Le Sondraie, uno dei primi appezzamenti acquistati dalla mia famiglia, ettari ed ettari di terra ancora senza nessuna vigna piantata. “Cosa ci vorranno fare?”, mi chiedevo tra me e me. Mi resi conto di quel che stava succedendo solo qualche ora più tardi, nello studio del notaio, dove venne formalizzato l’acquisto di altre terre. Da allora cominciai a sentirmi parte integrante del progetto, contagiata dall’entusiasmo di mia mamma e di mio zio. Sono passati dieci anni da quel giorno e Poggio al Tesoro è ormai una splendida realtà. Spero con tutto il cuore che anche lo zio Walter possa ammirare da lassù il suo piccolo tesoro e brindare con noi all’importante traguardo raggiunto» . Franco, tuttavia, il terzo fratello Allegrini, uomo di cantina sempre immerso fra le sue botti e gli amati vini di Valpolicella, era forse quello che nutriva le maggiori perplessità sul progetto di Poggio al Tesoro e inizialmente non si è certo fatto remore nell’esprimerle apertamente e con fermezza. Poi sono arrivate le prime vendemmie, le prime vinificazioni; un campo nel quale non si può certo prendere in giro Franco, ma che, per contro, quando dà risultati importanti, non può nemmeno lasciarlo indifferente. E infatti Franco si è ricreduto, tanto che oggi, a sentirlo parlare, sembra quasi in preda all’ardore di un innamorato: «Dal punto di vista viticolo Bolgheri possiede una vocazione incredibile. Bolgheri è da tutti considerata terra da Rossi importanti ed è per questo che, quando Marilisa e Walter decisero di piantarci anche Vermentino, pensai fossero matti da legare. In realtà, però, la qualità di un territorio si legge soprattutto nei suoi prodotti più semplici ed oggi, assaggiando il Vermentino di Poggio al Tesoro, che in quel contesto dovrebbe essere il vitigno minore, quello dai risultati più modesti e banali, mi sorprendo per la sua capacità di dare vini per nulla ovvi o scontati, bensì dotati di una personalità precisa e di eccezionale interesse. Credo che il Vermentino sia un po’ la cartina di tornasole della qualità di Bolgheri: se anche questa varietà è in grado di dare certe soddisfazioni, inutile dire cosa è possibile ottenere da vitigni come Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc». Brilla de’ grappoli Nel lieto sangue, Per cui la rapida Gioia non langue, Che la fuggevole Vita ristora, Che il dolor proroga, Che amor ne incora. Il progetto Poggio al Tesoro è nato ambizioso, con un unico presupposto irrinunciabile: l’eccellenza. Per ottenerla, però, soprattutto in una situazione dove la proprietà è per necessità In alto: Caterina Allegrini In alto: Franco Allegrini

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