Poggio al Tesoro - 10 Years / 2002 - 2012

90 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne 91 Atto III / Poggio al Tesoro, i suoi uomini e le sue donne “fisicamente” lontana (il core dell’attività Allegrini rimane la Valpolicella), risulta indispensabile creare una squadra di sicuro valore, fidata e competente. «Il primo colpo di fortuna – racconta Marilisa – è stato quello di incontrare una persona come Stefano Bartolomei, agronomo e sensibile conoscitore delle terre di Toscana e di Maremma in particolare. È stato Stefano, all’inizio, ad aiutare Walter e me nell’individuazione dei fondi più interessanti tra quelli che ci venivano offerti, un lavoro impegnativo e molto delicato perché, come ripeteva sempre Walter, si è trattato letteralmente di “andare a fare shopping” per accorpare i terreni di alcune decine di proprietari, mettendo insieme una magnifica collezione di piccoli, pregiati gioielli. Il ruolo di Stefano, però, è stato fondamentale non solo nella scelta dei terreni, ma anche per i preziosi suggerimenti che ci ha fornito riguardo ai vitigni da impiantare e, per ciascuna varietà, ai cloni più adatti, un aspetto di primaria importanza in un contesto ambientale come quello di Bolgheri. Dobbiamo a Stefano il consiglio di puntare sul Cabernet Franc, un’uva che, vinificata in purezza nel Dedicato a Walter, ha presto rivelato la sua speciale affinità ed intimità con il terroir bolgherese, dove raggiunge vette di eleganza altrove irraggiungibili; sua anche “l’imbeccata” di riservare qualche ettaro al bianco Vermentino, un’altra intuizione che si è dimostrata azzeccatissima». «Una volta acquisiti i terreni – continua Marilisa – il passo successivo è stato quello di selezionare i collaboratori che su quelle terre dovevano lavorare. Anche in questo caso è stato un misto di scelte mirate e buona sorte che, dopo alcuni anni di rodaggio non sempre lineari, ci ha portati a mettere insieme un team di eccellente livello, che ruota intorno a tre figure chiave: Marrico Toni, direttore responsabile dell’azienda, Nicola Biasi, enologo, e Franco Dal Colle, agronomo. Il primo ad arrivare è stato “... ha presto rivelato la sua speciale affinità ed intimità con il terroir bolgherese ...” “... ci ha confermati nella consapevolezza di avere a disposizione un potenziale qualitativo non comune. ...” In alto: Stefano Bartolomei

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